L’hashtag compie dieci anni e su Twitter si festeggia (ma non solo). Oggi è uno strumento fondamentale nelle strategie digitali. Ma come scegliere quello giusto? E tracciarlo?
L’hashtag è praticamente diventato patrimonio mondiale dell’umanità e proprio oggi compie dieci anni: è stato infatti il 23 agosto 2007 che Chris Messina – al tempo community advocate di Microformats.org e successivamente UX Designer di Google – twittò la proposta di usare il cancelletto per coinvolgere gli utenti su una conversazione o un argomento. Da quel giorno l’hashtag ne ha fatta di strada, diventando uno strumento fondamentale nelle strategie digitali, in quasi tutti i social media che oggi sono a nostra disposizione.
Ma come trovare gli hashtag giusti per la nostra comunicazione? E come tracciarli? Quali tool online possono aiutarci?
A che serve l’hashtag, davvero?
Innanzitutto bisogna valutare sempre se è il caso. Ormai viviamo in un surplus di informazioni e tutti siamo assuefatti all’uso degli hashtag per inquadrare qualsiasi cosa, a volte usandoli a sproposito. L’hashtag serve principalmente a tre scopi:
- Definire l’argomento di conversazione in maniera memorabile;
- Alimentare il dialogo (e possibilmente la visibilità riguardo un tema o un brand);
- Conservare una traccia storica misurabile e quantificabile, perchè le metriche sono importanti!
Detto questo, davanti alla nostra strategia di comunicazione dobbiamo chiederci: ha senso? A volte è molto meglio definire una campagna semplice con un bel connubio di visual e pay-off, per esempio. La visibilità “a tutti i costi” può diventare un’arma a doppio taglio e farci guadagnare un grande epic fail se non facciamo le cose con la testa. L’uso dell’hashtag necessita di una strategia ad ampio respiro che possa rispondere agli obiettivi e all’esigenza del target in primis. Desideri dunque invitare gli utenti a partecipare a un’azione reale oppure preferisci che siano spettatori della tua comunicazione? Sembra una riflessione banale, ma ti assicuro che non lo è.
Hashtag: come scegliere quello giusto
Adesso arriva la parte “divertente”, perché il processo creativo e strategico per definire un hashtag di successo non è certamente una passeggiata. Chi pensa che basti tirare fuori parole a caso durante un brain storming, be’, è molto lontano da qualsiasi valida ipotesi. Ecco perché ti do alcuni consigli che ti possono essere utili:
- Imposta subito un obiettivo: perché realizzarlo? A cosa ti serve? A cosa (e magari a chi) vuoi arrivare?
- Parole a caso: sì, le riunioni a più teste sono utili perché anche l’idea più oscena può aiutare ad arrivare a quella più brillante. Però ci vuole metodo anche in questo caso: segnati le parole chiave più importanti, che abbiano a che fare con il brand o con i suoi valori. Identifica le azioni avendo bene in testa il concept e comincia a ragionare. Ripeto: non esistono idee sceme, solo opportunità da cogliere.
- Meglio una call-to-action o una parola netta? Un sillogismo o una piccola frase da concludere? Come anticipato: dipende tutto dagli obiettivi. Ragiona a breve, medio e lungo termine.
- Di base è preferibile un hashtag breve, anche perché uno lungo è più difficile da memorizzare e ruba caratteri inutilmente. Su Twitter rimangono solo 140 le battute a tua disposizione, quindi #sfruttaalmeglioletuepossibilitàenonperdertiinunbicchieredacqua.
- Sfrutta i tool a tua disposizione…
- Fondamentale: una volta trovato, analizza su tutti i social media la presenza. Se tu fossi per esempio Coca Cola, magari non sarebbe ottimale lanciare una campagna con un tag promosso un anno prima da Pepsi. Tanto per capirci!
Tool per scegliere hashtag: idee, analisi, monitoraggio
Online hai una vasta disponibilità di tool per individuare gli hashtag più utili ai tuoi bisogni. Ne cito alcuni:
Hashtagify.me
Con http://hashtagify.me/ è possibile ricercare e analizzare gli hashtag della rete. Il pay-off dice tutto quello che serve: “Trova, analizza, amplifica“. Funziona in maniera molto semplice: puoi vedere le parolev correlate della tua parola-chiave, la popolarità, i trend, fino agli influencer. Con la versione a pagamento puoi avere ancora più funzioni, ma per fare delle ricerche base puoi tranquillamente usare quella free. Nota: da poco è stata anche introdotto il tracking per Instagram.
Tagsforlikes.com
Se vuoi inserire per esempio più tag su una foto di Instagram (e avere tendenzialmente più visibilità), http://www.tagsforlikes.com/ può essere molto utile. Si tratta di una piattaforma molto basic (però anche con applicazione per iOS e Android) dove è possibile trovare tutti gli hashtag di tendenza correlati a temi o parole chiave. Fino a qualche tempo fa funzionava bene, ma mi sono accorto che ultimamente lascia un po’ a desiderare. Il mio consiglio è quello di scegliere accuratamente tra le opzioni.
Ritetag.com
Con https://ritetag.com/ puoi notare subito la popolarità di un hashtag su diversi social media, con tante statistiche utili come l’uso temporale (orari e giorni), il numero di tweet, RT, menzioni e così via. Fino alla distribuzione geografica e agli account più popolari che hanno prodotto le maggiori interazioni. Ha sia un’estensione per Firefox e Chrome che l’applicazione mobile (iOS e Android). Può essere considerato un valido strumento di monitoraggio e scoperta.
Keyhole.co
http://keyhole.co è una bella piattaforma di monitoraggio hashtag per Twitter e Instagram. La versione gratuita permette infatti di accedere a diverse funzioni interessanti. Oltre alle statistiche in tempo reale, reach e impression, Keyhole ti seleziona gli account sulla base di popolarità (anche di Klout) e tempo (i più recenti in base alla ricerca), i siti più coinvolti, il sentiment e alcuni dati demografici degli utenti.
Hashtag mon amour…
La prima volta che ho scoperto l’universo degli hashtag è stata naturalmente con Twitter. Erano i tempi del #FF (coniato il 16 gennaio 2009), il celebre #FollowFriday in cui gli utenti consigliavano di seguire amici, professionisti e account sulla base di affetto o informazione. Oggi questa pratica è caduta in disuso, ma al tempo era davvero un ottimo modo per scoprire profili interessanti. Dal 2007 a oggi è impossibile dire quanti hashtag sono stati riversati sui social media, ma basti pensare che solo su Twitter siamo sull’ordine di grandezza di 125 milioni al giorno.
Continueremo a usare hashtag nel futuro? Credo proprio di sì. Ormai è diventato un fattore fondamentale della cultura pop post 2000. Ci facciamo battute, segni con le mani, è presente in canzoni, show e letteratura. Tanti auguri, hashtag. Tanti auguri a noi.