
Ogni volta che carichiamo un video su YouTube, siamo sempre alla ricerca di qualcosa: visibilità.
Che si tratti di un semplice utente o di un’azienda più o meno nota, a prescindere dal contenuto, chi decide di premere “upload” su YouTube sogna di veder crescere il numero di visualizzazioni giorno per giorno, tanto meglio se a dismisura.
Fondato nel 2005, questo social non perde terreno negli anni restando il secondo sito web più visitato al mondo (secondo solo a Google) e continuando ad offrire ai suoi utenti nuovi strumenti d’azione; tra i più recenti troviamo le “End Cards”, schermate di diverso tipo che possono essere inserite nella parte finale del video.
Commentare, condividere e votare sono sicuramente tra le operazioni principali che permette YouTube, ma le potenzialità di questo nuovo intervento non devono essere sottovalutate. I contenuti che si sceglie di far apparire all’interno degli ultimi 20 secondi di filmato possono indirizzare gli spettatori verso altri video di YouTube o del proprio canale (consentendo al motore di ricerca di selezione il video più recente o più adatto all’utente) e playlist, invitarli a iscriversi al canale e promuovere il sito, i suoi prodotti o le campagne crowfunding.
Il processo è semplice: basta andare nella sezione “Gestione video” e cliccare “Modifica” in corrispondenza del video cui si vogliono aggiungere, quindi andare nella tab “Schermata finale e annotazioni”. Come ogni social che si rispetti, anche in questo caso bisogna fare attenzione a una serie di piccole regole che permettono di sfruttare al meglio le capacità di tale strumento.
Siccome il limite imposto al numero di elementi inseribili è di massimo quattro e dato che uno di questi deve necessariamente essere un video, è consigliabile utilizzare due video e a una call-to-action. Inoltre, attenzione al template che si utilizza perché ricopre un ruolo fondamentale: dovendo comunicare visivamente un messaggio preciso e pertinente, dovrà essere coerente con il tema del canale e presentarsi in maniera ordinata per non rischiare di nascondere o disperdere il contenuto principale del video. A questo proposito è importante sottolineare la necessità di impostare individualmente il timing di ogni End Card facendole apparire in sequenza in modo da evitare una sovraesposizione dispersiva dei contenuti.
Siccome ogni elemento può espandersi in modo da mostrare ulteriori informazioni, visualizzabili sia da mobile che da computer, è importante inserire le annotazioni in maniera appropriata per non confondere lo spettatore portandolo ad agire senza successo come, ad esempio, facendo click su quello che pensa essere un link ma che poi non riporta a nessuna pagina.
Ma qual è il principale punto di forza di queste End Cards? La visibilità.
Questi innovativi strumenti solo l’unico modo legittimo per bypassare il meccanismo di “rilevanza” proprio di YouTube con il quale suggerisce una serie di video, cosiddetti “correlati”, che quasi mai includono video provenienti del proprio canale (fanno eccezione solo i top youtubers).
YouTube Direct, YouTube Live, YouTube API sono solo alcuni dei nuovi strumenti che ci dimostrano come Google abbia ricominciato a investire le sue risorse in questa piattaforma.
Cos’altro avrà in serbo per noi nel 2017?